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Provvedimento del 5 ottobre 1994
COMUNICATO STAMPA
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha concluso l'indagine conoscitiva sul settore cinematografico, avviata il 25 novembre 1992. L'indagine si è concentrata in particolare sulla programmazione delle sale cinematografiche, anche in relazione all'esistenza di presunti accordi tra imprese di distribuzione e imprese di gestione delle sale, tali da predeterminarne la programmazione.
L'indagine ha messo in luce il profondo processo di ristrutturazione che ha interessato il settore cinematografico nazionale negli ultimi venti anni, processo caratterizzato dalla costante riduzione delle presenze degli spettatori (nel 1993 meno di un quinto del corrispondente dato per il 1975), dalla diminuzione del numero delle sale cinematografiche (da 8.500 nel 1980 a poco più di 3.000 nel 1993), dall'incremento del livello di concentrazione nelle fasi della distribuzione e della programmazione nelle sale e dal ruolo chiave assunto dal settore televisivo nel condizionare i comportamenti dell'industria cinematografica.
Il settore si caratterizza attualmente per l'elevato grado di integrazione verticale fra le attività di produzione e distribuzione cinematografica da un lato, e la gestione delle sale cinematografiche dall'altro. A ciò si aggiunge l'integrazione con le attività televisive, realizzata in particolare dal gruppo Fininvest, presente anche nelle altre fasi del ciclo produttivo cinematografico attraverso la collaborazione con il gruppo Cecchi Gori. L'analisi economica consente di identificare alcune ragioni che possono spiegare lo sviluppo dell'integrazione verticale nel settore cinematografico, consistenti nella necessità, a causa della caratteristica di "prototipo" del prodotto cinematografico, di controllare le varie fasi della "filiera" cinematografica al fine di giungere ad una adeguata valorizzazione del film, soprattutto ai fini della sua vendita finale alle emittenti televisive. Tale vendita infatti può costituire il 50% ed oltre dei ricavi complessivi derivanti dalla distribuzione del film stesso. Per l'emittente televisiva, il controllo della produzione, della distribuzione e anche della programmazione cinematografica in sala consente di creare, acquisire e valorizzare dei prodotti filmici che possono maggiormente rispondere ai gusti del pubblico televisivo e, di conseguenza, contribuire all'incremento dei ricavi pubblicitari. Ciò determina in particolare l'interesse della televisione commerciale a controllare le sale di quelle "piazze" - essenzialmente Roma e Milano - che hanno un ruolo "segnaletico" nei confronti del pubblico televisivo.
L'integrazione verticale tra produzione, distribuzione e programmazione delle sale, unita all'eventuale posizione dominante in quest'ultimo mercato nelle città capozona, può pertanto determinare distorsioni della concorrenza nel mercato della programmazione in sala, consistenti nelle restrizioni poste ai circuiti indipendenti di sale all'acquisizione di film di successo, per il privilegio accordato dalle imprese di distribuzione cinematografica ai propri circuiti di sale e per la capacità delle stesse di condizionare le scelte delle imprese di distribuzione concorrenti. Analogamente, l'impresa integrata cinema-televisione, in posizione di leader nel mercato delle sale cinematografiche nelle principali "piazze" cinematografiche, privilegia nella programmazione delle proprie sale i film che più verosimilmente potranno assicurare maggiori ricavi dalla vendita dei relativi spazi pubblicitari televisivi, ma può così determinare una limitazione degli sbocchi al mercato per le imprese di produzione e distribuzione che si siano orientate su prodotti cinematografici non necessariamente adatti al pubblico televisivo. Ciò avrebbe luogo non a causa delle preferenze espresse dal pubblico cinematografico, bensì per le scelte tipiche del mercato televisivo, contiguo a quello cinematografico e caratterizzato da una struttura fortemente concentrata.
Anche la riduzione del numero degli esercenti nelle singole "piazze" potrebbe condurre ad una situazione potenzialmente restrittiva della concorrenza, qualora a livello locale dovesse prevalere un numero assai ristretto di operatori. Per la presenza di ostacoli di tipo normativo all'apertura di nuove sale e per l'assenza di politiche concorrenziali basate sul prezzo, la creazione di posizioni dominanti nei mercati locali potrebbe determinare effetti nocivi nei confronti dei consumatori, quali l'aumento dei prezzi o la riduzione del livello qualitativo del servizio, nonché ostacolare l'accesso ai film di successo dei gestori di sale concorrenti.
Le risultanze dell'indagine conoscitiva hanno consentito all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nei settori di propria competenza, tenuto in particolare conto dei limiti derivanti da quanto previsto dall'articolo 20 della legge n. 287/90 per i settori dell'editoria e della radiodiuffusione, di verificare le condizioni concorrenziali prevalenti nei mercati della distribuzione cinematografica e dell'esercizio delle sale. La conclusione dell'indagine permette di sottolineare la rilevanza della tutela della concorrenza in tali mercati, alla luce del processo di razionalizzazione dell'intero settore del cinema. La tutela della concorrenza appare ancor più necessaria in presenza di imprese che integrano e coordinano con la programmazione nelle sale la loro presenza nei mercati della produzione e della distribuzione cinematografica e della televisione.
L'attività dell'Autorità nel settore cinematografico riguarderà pertanto i seguenti aspetti: a) segnalare al Parlamento ed al Governo gli effetti distorsivi della concorrenza determinati dalla vigente legislazione sull'apertura di nuovi esercizi cinematografici, caratterizzata da criteri autorizzativi totalmente svincolati da considerazioni di concorrenza e di sviluppo dell'offerta; b) avviare indagini ed istruttorie sulle intese tra imprese in mercati caratterizzati da un ridotto grado di concorrenza, quale l'istruttoria già avviata dall'Autorità nei confronti delle società Cinema 5 e Safin per un'intesa intercorsa sul mercato delle sale cinematografiche di Roma; c) valutare attentamente eventuali ulteriori concentrazioni sul mercato delle sale, al fine di evitare il rafforzamento di posizioni di leadership locali; d) istituire una costante ed attenta osservazione del settore, in particolare degli accordi di tipo "verticale" intercorrenti tra gli operatori in quanto, data la presenza di imprese con notevole potere di mercato, detti accordi potrebbero determinare consistenti e durevoli restrizioni della concorrenza.
24 ottobre 1994