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C8660 - UNICREDITO ITALIANO/CAPITALIA


COMUNICATO STAMPA


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Provvedimento del 18 settembre 2007


COMUNICATO STAMPA



ANTITRUST: VIA LIBERA CONDIZIONATO A FUSIONE UNICREDIT-CAPITALIA



-        Dismettere da 155 a 180 sportelli
-        Eliminare commissioni bancomat in 8.000 sportelli di banche concorrenti e nei prelievi all’estero, riduzioni significative sul resto del territorio nazionale
-        La nuova banca dovrà cedere la quota in Generali e il 9,39% della partecipazione in Mediobanca dovrà essere dismesso secondo rigide modalità. Il restante 8,68% non potrà  essere in alcun modo incrementato
-        Limiti ai membri del CdA della nuova banca con ruolo in Mediobanca o Generali: dovranno astenersi dal voto su temi di investment banking e assicurativi

Via libera condizionato dell’Antitrust all’operazione di fusione Unicredit-Capitalia. L’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 18 settembre 2007, ha infatti deciso di autorizzare l’incorporazione di Capitalia in Unicredit, imponendo stringenti misure. L’Autorità ha autorizzato l’operazione anche alla luce degli effetti favorevoli che ne deriveranno per i consumatori in termini di sensibile riduzione dei costi e miglioramento della qualità dei servizi.

Di seguito le misure imposte dall’Antitrust, a seguito degli impegni presentati dalle parti.

ELIMINAZIONE E RIDUZIONE DELLE COMMISSIONI BANCOMAT

In 8.000 sportelli di banche concorrenti presenti in circa 4.000 Comuni italiani dove il Gruppo UCI non avrà ATM, i clienti della nuova banca non pagheranno la commissione di prelievo Bancomat, che scenderà in modo significativo sul resto del territorio nazionale. Eliminata la commissione anche per i prelievi all’estero.

CESSIONE DI SPORTELLI.

La nuova banca dovrà cedere un numero di sportelli tra 155 e 180 in 16 province italiane a soggetti terzi indipendenti non azionisti della nuova banca.

SCIOGLIMENTO DEI LEGAMI CON GENERALI

UniCredito Italiano dovrà vendere l’intera quota di capitale sociale detenuta in Generali e in società del gruppo Generali. Non potrà ricostituire o partecipare a futuri patti parasociali relativi ad azioni del gruppo. Fino a quando UniCredito Italiano rimarrà azionista di Mediobanca non potrà detenere, direttamente o indirettamente, partecipazioni in Generali e in altre società del medesimo gruppo. Preclusi fino ad allora anche i rapporti di partnership, accordi di produzione e/o distribuzione con Assicurazioni Generali S.p.A. e l’intero gruppo Generali;

CESSIONE QUOTA AZIONARIA IN MEDIOBANCA

La nuova banca dovrà cedere una quota del 9,39% della partecipazione in Mediobanca e non potrà incrementare, né direttamente né indirettamente, la residua quota pari all’8,68 per cento. Viene così meno il potere di veto di UCI all’interno dell’Accordo di blocco di Mediobanca . La cessione non dovrà avvenire a favore di società attive sui mercati nei quali Mediobanca opera principalmente, direttamente o indirettamente tramite partecipate (investment banking e assicurazioni) ovvero a favore di soggetti partecipati direttamente o indirettamente da Mediobanca, Generali e dalla nuova Banca. Questi limiti non si applicheranno invece agli azionisti di Mediobanca già membri dell’Accordo di blocco, qualora non abbiano legami diretti o indiretti con la nuova banca o non siano partecipati da Mediobanca o da Generali. In questo modo si dovrebbe aumentare la presenza di azionisti, anche attualmente terzi, tali da non generare problemi concorrenziali con la Banca d’Affari e quindi con la futura UCI. Parallelamente verrebbe accresciuto il ruolo dei pattisti qualora decidessero di acquistare la quota in cessione, privi di legami con UCI, Mediobanca e Generali.

In attesa della realizzazione della vendita UniCredito non dovrà esercitare i propri diritti di voto nell’Accordo di blocco e in assemblea di Mediobanca per la quota relativa.

Resta inoltre congelata la residua quota pari all’8,68% che sarà detenuta dalla futura entità.

MISURE SUI CONFLITTI DI RUOLO

I membri del CdA di UCI, con un ruolo nella governance di Mediobanca e di Generali, non potranno partecipare alla discussione e alla votazione delle delibere del CdA della nuova banca, che riguardano i mercati dell’investment banking e delle assicurazioni in Italia. Dovranno essere adottate misure organizzative interne per far sì che a questi consiglieri non siano fornite informazioni sensibili.

La misura eviterà che vi possano essere soggetti presenti contemporaneamente nel CdA di UCI e nel CdS di Mediobanca dotati di un set informativo e di poteri deliberativi tali da condizionare le scelte strategiche di tali società in un’ottica non concorrenziale.



Roma, 18 settembre 2007