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A365 - POSTA ELETTRONICA IBRIDA


COMUNICATO STAMPA


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Provvedimento del 29 marzo 2006


COMUNICATO STAMPA


ANTITRUST: MULTA DI 1,6 MILIONI A POSTE PER ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE NEL SETTORE DELLA POSTA ELETTRONICA IBRIDA


Con nuovo decreto e misure imposte dall’Autorità si apre il mercato
Valutato positivamente l’impegno della società a tenere ferme le tariffe per 6 mesi



L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 29 marzo 2006 ha deliberato che Poste Italiane ha abusato della sua posizione dominante detenuta nel mercato del recapito della posta elettronica ibrida privilegiando la sua controllata Postel e rendendo sostanzialmente inaccessibile il mercato liberalizzato ai concorrenti che effettuano attività di stampa e imbustamento delle comunicazioni postali delle grandi imprese.
L’Autorità ha comminato a Poste Italiane una sanzione di 1,6 milioni, valutando positivamente l’impegno dell’azienda a tenere ferma la tariffa di recapito della posta ibrida per sei mesi dall’entrata in vigore del nuovo decreto ministeriale sulla disciplina dell’accesso al servizio di recapito.
In base alla delibera dell’Autorità, Poste Italiane dovrà definire entro 45 giorni nuove condizioni generali di accesso alla rete postale conformi ai principi di concorrenza, modificando le condizioni previste in precedenza e assicurando ai concorrenti attuali e potenziali effettiva parità di condizioni di accesso rispetto a quelle previste per Postel o altre società controllate. Fra questi, l’Autorità ha precisato che Poste Italiane dovrà consentire agli operatori la consegna della posta ibrida presso i centri di accettazione della rete postale, eliminando l’obbligo di ritiro da parte di Poste presso i loro centri stampa.
L’istruttoria, che era stata avviata il 23 febbraio 2005, ha verificato diversi comportamenti abusivi attuati da Poste Italiane, direttamente o tramite la controllata Postel, finalizzati ad escludere, per le potenziali nuove imprese, o a limitare, per gli operatori già attivi, la concorrenza nel mercato liberalizzato della posta elettronica ibrida.
In particolare, Poste Italiane:
-        ha applicato condizioni di accesso alla rete di recapito ingiustificate e discriminatorie, ulteriori rispetto a quelle previste dal Decreto Ministeriale del 18 febbraio 1999, anch’esso ritenuto in contrasto con le regole di concorrenza ai sensi degli artt. 10, 82 e 86 del trattato Ce;
-        ha mantenuto per una parte importante del mercato e, in particolare per alcuni importanti clienti, una tariffa di recapito inferiore alla tariffa di posta elettronica ibrida, condotta discriminatorio rispetto ai concorrenti;
-        ha conferito ingenti vantaggi economici, informativi e finanziari alla controllata Postel;
-        ha adottato un piano di alleanze (piano federativo) con imprese concorrenti attuali e potenziali con espresse clausole di esclusiva al fine di legarli a sé ed evitare il loro ingresso diretto nel mercato della posta elettronica ibrida.
Per l’Autorità questi comportamenti costituiscono un’unica e complessa grave violazione dell’art. 82 del Trattato CE, protrattasi sostanzialmente dal 1999 al 2005.
Nel determinare la sanzione di 1,6 milioni, l’Autorità, che era partita da una base di 3,2 milioni, ha tenuto conto del comportamento assunto da Poste per eliminare o mitigare le conseguenze della violazione: tra queste l’impegno a tenere ferma la vigente tariffa per il recapito di posta elettronica ibrida e la sospensione della realizzazione del piano federativo che prevedeva la cooptazione di operatori, già in rapporti di collaborazione con il Gruppo, con i quali attivare partnership stabili di subfornitura locale.
E’ valsa anche come attenuante la disciplina ministeriale del 1999 che può aver facilitato l’adozione da parte di Poste di alcune condotte incompatibili con l’art. 82 .
Si registra con soddisfazione che a seguito dell’istruttoria, la disciplina ministeriale del 1999 è stata sostituita da un nuovo decreto, del 17 febbraio 2006, che elimina le soglie quantitative precedentemente previste per l’accesso alla rete postale dei nuovi operatori di posta elettronica ibrida: si passa da un minimo di 50 milioni di pezzi lavorati a un minimo di un solo milione. Tale disciplina, unitamente all’eliminazione dell’obbligo di ritiro degli invii dai centri stampa e quindi con la consegna presso i centri di accettazione della rete postale, appare in grado di assicurare l’apertura e uno sviluppo concorrenziale del mercato della posta elettronica ibrida.



Roma, 10/04/2006