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C8027 - BANCA INTESA/SAN PAOLO IMI


COMUNICATO STAMPA


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Provvedimento del 20 dicembre 2006


COMUNICATO STAMPA


BANCA INTESA- SANPAOLO: ANTITRUST, VIA LIBERA CONDIZIONATO AD OPERAZIONE


Nel settore bancario le parti si impegnano a cedere 748 sportelli. Nel risparmio gestito verrà sciolta la joint venture Caam tra Banca Intesa e Crédit Agricole. Distribuzione in 1.133 sportelli della nuova banca di polizze di un altro soggetto assicurativo

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 20 dicembre 2006, ha dato il via libera all’operazione di fusione per incorporazione di SanPaolo IMI in Banca Intesa, imponendo condizioni nei settori bancario, con la cessione di un totale di 748 sportelli (anche per effetto dell’intesa con Crédit Agricole) e del risparmio gestito e assicurativo, per superare i rischi concorrenziali legati all’aumento delle quote di mercato che si realizzerà, tra l’altro, attraverso il notevole ampliamento della rete distributiva e della gamma dei prodotti offerti.

Gli impegni assunti dalle parti sono:

A) NEL SETTORE BANCARIO:

1) Cessione di 197 sportelli in oltre venti province

Verranno ceduti sportelli nelle oltre venti province nelle quali l’operazione produce il rischio di costituzione o rafforzamento di posizione dominante. In particolare 197 sportelli saranno ceduti ad uno o più soggetti terzi, con procedure trasparenti e non discriminatorie e con una tempistica ritenuta limitata e adeguata al fine di rendere realmente competitivo il mercato.

2) Vendita a Crédit Agricole delle reti di sportelli di Cariparma e Friuladria e di ulteriori 193 sportelli  

Inoltre Banca Intesa cederà a Crédit Agricole le reti di Cariparma e Friuladria, per un totale di 452 sportelli, oltre ad un insieme di ulteriori sportelli (193), entro il 12 ottobre 2007. La gran parte di essi (551 su 645) insiste sulle aree dove si sono rilevati effetti restrittivi della concorrenza legati alla fusione

3) Riduzione della partecipazione di Crédit Agricole e ‘sterilizzazione’ del suo ruolo negli organi di amministrazione della nuova banca

La cessione degli sportelli a Crédit Agricole va considerata come una cessione ad un soggetto terzo rispetto alla nuova banca, visto che in base alle condizioni di autorizzazione Crédit Agricole dovrà ridurre significativamente e tempestivamente la propria partecipazione al capitale sociale ordinario della nuova banca e non dovrà avere alcun ruolo nell’attività di amministrazione e gestione. Nel Consiglio di Sorveglianza e nel Consiglio di Gestione della nuova banca, così come in ogni altro suo organo di gestione/amministrazione, non saranno infatti presenti membri di espressione diretta o indiretta di Crèdit Agricole, il quale non parteciperà nemmeno ad eventuali patti di sindacato relativi alla nuova banca.

B) NEL SETTORE DEL RISPARMIO GESTITO

1) Scioglimento della joint venture CAAM SGR
 
Per assicurare la massima terzietà e il ruolo di reale concorrente da parte di Crédit Agricole, è previsto che le parti sciolgano la joint venture CAAM SGR SpA., attualmente sottoposta al controllo congiunto di Banca Intesa e Crédit Agricole. Lo scioglimento della joint venture CAAM determinerà la risoluzione dell’accordo distributivo tra Banca Intesa e CAAM SGR, unitamente al patto parasociale.

2) Diversificazione dei prodotti collocati tramite Crédit Agricole e tramite la nuova banca

Conseguentemente, nel settore del risparmio gestito dovrebbe essere superato l’effetto restrittivo dovuto alla fusione e dovrebbe essere garantita la presenza di un nuovo operatore: i prodotti di asset management collocati attraverso la rete di sportelli che farà capo al Gruppo Crédit Agricole saranno infatti diversi rispetto a quelli distribuiti attraverso il network della nuova banca.

C) NEL SETTORE ASSICURATIVO

1) Distribuzione in 1.133 sportelli della nuova banca di polizze di un altro soggetto assicurativo

In 1.133 sportelli della nuova banca verranno distribuite polizze di un altro soggetto assicurativo. Le parti si impegnano infatti a cedere, attraverso procedure trasparenti e non discriminatorie, a soggetti terzi indipendenti un Ramo d’Azienda finalizzato alla produzione, gestione di polizze assicurative vita di Ramo I, III e V. La capacità distributiva del soggetto terzo verrà garantita attraverso un accordo in esclusiva con Casse di Risparmio controllate da Intesa Casse del centro e di SanPaolo Banco di Napoli cui si aggiungeranno altre filiali di Banca Intesa in diverse regioni. L’accordo avrà durata non inferiore a sei anni, tacitamente rinnovabile per un periodo di ulteriori tre.
Verrà inoltre ceduta a Crédit Agricole la società Po Vita, contestualmente alla controllante Cariparma.

2) Accordo di non distribuzione incrociata

Inoltre, nell’ottica di superare i rischi di effetti coordinati dovuti ai vari legami strutturali, azionari e personali tra la nuova banca e il gruppo Generali, le parti si impegnano a che le polizze vita prodotte da Intesa Vita ma anche quelle di Generali non siano distribuite attraverso gli sportelli bancari facenti capo al gruppo SanPaolo e le polizze prodotte da Eurizon vita non siano distribuite attraverso gli sportelli ante-fusione di Banca Intesa.

3) ‘Sterilizzazione’ del ruolo dei membri espressione di Generali nella strategia di Eurizon

 L’autorizzazione dell’Antitrust è inoltre condizionata a che i membri del Consiglio di Sorveglianza e del Consiglio di Gestione della nuova banca espressi da Generali (o comunque aventi legami personali diretti o indiretti con Generali), non partecipino né alla discussione né alla votazione delle delibere che abbiano direttamente ad oggetto la strategia commerciale di Eurizon e non influenzino in alcun modo le predette strategie commerciali di tale società.
La nuova banca adotterà inoltre misure organizzative interne in grado di evitare scambi di informazioni sensibili sulla strategia commerciale tra i rappresentanti degli organi di amministrazione facenti capo a Generali nonché tra i propri dirigenti e quelli di Generali.

I RISCHI CONCORRENZIALI EVITATI CON GLI IMPEGNI

Secondo l’Autorità le condizioni che le parti si sono impegnate a rispettare sono in grado di eliminare i rischi concorrenziali accertati nel corso dell’istruttoria. L’operazione, se autorizzata senza condizioni, avrebbe infatti determinato la costituzione, in taluni casi il rafforzamento, di posizioni dominanti in numerosi mercati grazie al notevole ampliamento della rete distributiva: dall’attività bancaria tradizionale (raccolta bancaria e settore degli impieghi), alla produzione e distribuzione di fondi comuni, sino alla produzione e distribuzione di servizi attinenti le gestioni patrimoniali. Il potere di mercato ottenuto sarebbe stato inoltre rafforzato dalla struttura verticalmente integrata della nuova banca, insieme all’arricchimento della gamma e tipologia di servizi offerti alla clientela.

Secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato la fusione, inoltre, senza le misure idonee ad allentare i legami azionari, personali e gli “interessi incrociati” che collegano i due gruppi, (dalla partnership in Intesa Vita con Generali alla presenza di quest’ultima quale socio di rilievo nella nuova banca, dalla partecipazione detenuta da Banca Intesa in Banca Generali alla presenza di rappresentanti del gruppo Generali negli organi di alta amministrazione e governo della entità post fusione) avrebbe potuto dare luogo alla costituzione di una posizione dominante collettiva nei rami assicurativi vita.


Roma, 20 dicembre 2006