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AUDIZIONE DEL PRESIDENTE DELL’AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO CONS. CATRICALÀ PRESSO LA X COMMISSIONE DELLA CAMERA


COMUNICATO STAMPA



Comunicato stampa

Audizione del Presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato Cons. Catricalà presso la
X Commissione della Camera

L’audizione presso la X Commissione della Camera dei Deputati ha dato l’opportunità al Presidente Cons. Catricalà di esporre le varie problematiche che ancora caratterizzano, in un’ottica di sviluppo della concorrenza, il settore dell’energia elettrica.
La prova della esistenza di tali problemi è ben evidenziato dall’evoluzione dei prezzi registrati a seguito dell’avvio della borsa elettrica; evoluzione con picchi mai riscontrati prima: 75-80 euro/MWh nel gennaio 2005 è un dato che “parla da solo”.
Tale evoluzione segnala, da un lato, i limiti strutturali ereditati dal passato e tutt’oggi presenti nel nostro Paese, dall’altro la possibilità di sfruttamento del potere di mercato da parte dell’ex-monopolista nazionale.
Quanto ai problemi strutturali, questi sono riconducibili alla elevata concentrazione dell’offerta (basti osservare che il principale operatore nazionale, relativamente allo stock di potenza efficiente netta operativa, è l’ENEL, con una quota superiore al 55%), alla asimmetrica posizione degli operatori per tipologia di impianti (ENEL è di fatto la sola dotata di un parco ampio e articolato su varie tipologie, soprattutto  impianti di punta strategici nel fissare il prezzo), alla non equilibrata localizzazione tra zone geografiche (nuovamente è solo ENEL ad essere dotata di un parco su più aree del paese), nonché alle barriere di tipo amministrativo/burocratico per il rinnovo del parco generazione nazionale.
A tutto ciò si aggiungano i gravi limiti nella rete di trasmissione (nazionale e con l’estero), limiti che determinano congestioni tra zone e riduzione del confronto competitivo in aree macroregionali, con conseguente agevolazione del trasferimento del potere di mercato - soprattutto dalle aree del Centro e Sud Italia verso il Nord - da parte dell’ex-monopolista – ENEL - unico con il potere di fissare il prezzo e di poter condizionare i flussi import-export tra le zone.  
 
Alla luce di tale analisi, il Presidente ha concluso l’audizione sostenendo che si debba procedere sollecitamente a conferire priorità agli interventi sulla rete di trasmissione nazionale in grado di ridurre al minimo, rispetto alla situazione attuale, i rischi di congestione interzonali. Inoltre, occorre potenziare, in misura coerente con gli sviluppi della rete di trasmissione nazionale, le linee di interconnessione con l’estero e stimolare la realizzazione di “linee dirette”. Sempre in merito alla rete il Presidente ha sostenuto che sia da accogliere positivamente, per i corretti incentivi all’investimento, la riunificazione della proprietà con la gestione della rete; ovviamente, però, il suo utilizzo efficiente e non distorto richiede l’esclusione di qualunque rischio di controllo da parte degli operatori attivi a monte o a valle della fase di trasmissione.
Infine, è stato sottolineato che appare centrale favorire l’insediamento di nuovi poli di produzione nelle zone di mercato che risultano ad oggi deficitarie rispetto alla domanda zonale; vale a dire, occorre riequilibrare il peso relativo dei concorrenti nei confronti dell’operatore dominante in ciascuna zona.

Proprio quest’ultimo punto ha offerto lo spazio a qualche considerazione circa i possibili mutamenti negli assetti di controllo di alcune imprese elettriche attive nel mercato nazionale. Il riferimento è alla società Edison e al ruolo che potrà avere EdF.
Durante l’audizione il Presidente ha rilevato che qualunque considerazione sul punto dovrebbe partire dalla constatazione che il decreto legge che ha congelato i diritti di voto di EdF potrebbe essere considerato in contrasto con i principi di apertura dei mercati a livello comunitario dettati dal Trattato.
Quanto al ruolo degli operatori esteri, l’audizione ha offerto l’occasione per rilevare che le scelte politiche fatte in Italia sulle fonti energetiche hanno inevitabilmente esposto il nostro Paese ad un costo di questo input molto più elevato rispetto ai paesi confinanti; paesi che hanno potuto e continuano a poter sfruttare il vantaggio, in termini di differenziale nei costi di produzione, estraendo profitti non certo marginali esportando in Italia.
Le misure di politica industriale sopra indicate dovrebbero quindi servire a potenziare la capacità produttiva nazionale e le linee di trasporto, in modo tale da aumentare la liquidità dell’offerta e conseguentemente innescare un maggior confronto competitivo tra gli operatori (non solo nazionali ma anche esteri/esportatori).

Ciò detto, l’audizione si è conclusa con la considerazione che per una Autorità a tutela della concorrenza quello che sembra di centrale rilevanza è che il mutamento degli assetti di controllo di Edison siano tali da non accentuare il già elevato grado di concentrazione del settore dell’energia elettrica e che non si alterino gli assetti di mercato verso una direzione che possa agevolare l’esercizio di potere di mercato unilaterale o collettivo.
Edison, al di là della compagine azionaria che la controllerà, dovrebbe accentuare il proprio ruolo di operatore indipendente degli operatori dominanti in Italia e nel resto d’Europa e diventare impresa in grado di innescare una qualche spinta competitiva, elevando il grado di liquidità dell’offerta in borsa.

Roma, 18 marzo 2005