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IC22 - STATO DELLA LIBERALIZZAZIONE DEI SETTORI DELL'ENERGIA ELETTRICA E DEL GAS NATURALE


COMUNICATO STAMPA


Collegamenti:
Provvedimento del 17 giugno 2004



AUTORITÀ GARANTE
DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO


AUTORITÀ
PER L’ENERGIA ELETTRICA  E IL GAS



COMUNICATO CONGIUNTO


Conclusa l’indagine  conoscitiva sullo stato della liberalizzazione del settore del gas naturale, avviata in collaborazione tra l’Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.


L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella sua adunanza del 17, e l’Autorità per l’energia elettrica e il gas nella stessa data, hanno deliberato la chiusura dell’indagine conoscitiva avviata congiuntamente nel febbraio 2003 per verificare lo stato del processo di liberalizzazione del settore del gas naturale a circa tre anni dell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 164/2000.

Le due Autorità hanno rilevato come il mercato italiano del gas sia stato finora caratterizzato da insufficienti livelli di concorrenza, e da prezzi superiori a quelli dei principali mercati europei, e ciò nonostante una legislazione tra le più avanzate e procompetitive in Europa e la presenza di costi di approvvigionamento del gas importato in linea con le medie continentali.

Una delle principali cause del fenomeno va individuata nella persistenza della posizione dominante di ENI, anche attraverso sue controllate, nella fase di approvvigionamento di gas - con riferimento sia alle importazioni sia alla produzione nazionale -  nonostante siano state adottate  misure legislative che limitano sino al 2010 la quota di gas che ENI può immettere al consumo in Italia. Nel 2003 tale quota è stata pari a circa il 68% del gas consumato. Tuttavia tale quota sale ben oltre il 75% se si considerano le quote cedute da ENI ad operatori di propria scelta (le cd “vendite innovative”).

ENI, inoltre, controlla tutte le infrastrutture di trasporto internazionale utilizzate per l’importazione di gas in Italia, le quali sono per la gran parte saturate dal gas proveniente dai contratti a lungo termine (take or pay), definiti e/o rinegoziati da ENI nell’imminenza dell’entrata in vigore della direttiva 98/30/CE che ha introdotto le misure di liberalizzazione.

Come conseguenza della posizione dominante nell’approvvigionamento, del controllo delle infrastrutture di trasporto internazionali e della scelta delle modalità di cessione del gas per il rispetto dei tetti antitrust (attraverso le vendite innovative), ENI si caratterizza per un costo di approvvigionamento del gas minore dei concorrenti.
In base all’indagine, lo sviluppo di un’effettiva concorrenza -  in luogo di una mera spartizione del mercato tra operatori, ognuno vincolato dai propri contratti di approvvigionamento take or pay - è strettamente condizionato dall’ingresso di nuovi operatori indipendenti da ENI nell’approvvigionamento di gas a condizioni competitive, per favorire un eccesso di capacità di trasporto e una maggiore flessibilità dell’offerta rispetto alla domanda. Tali ingressi dovrebbero essere, inoltre, caratterizzati – almeno in parte - da modalità contrattuali di approvvigionamento a breve termine diverse dai  contratti take or pay.

L’indagine porta alla luce criticità di breve termine, che potrebbero manifestarsi negli approvvigionamenti, se non si completano tempestivamente nuove infrastrutture o il potenziamento di quelle esistenti, mentre non emerge il rischio, paventato da ENI, di una “bolla di gas”, determinato da un eccesso di offerta.

Nel comparto della vendita ai clienti finali si è assistito ad una certa concentrazione degli operatori (passati da circa 700 a 400), che dovrebbe però ancora proseguire, concentrandosi intorno a soggetti autonomi nell’approvvigionamento; in questo contesto l’ingresso nel mercato del gas di ENEL è un fatto positivo, a condizione che comporti maggiori pressioni competitive sia nel settore elettrico che in quello del gas.

Tra i possibili interventi volti a potenziare la concorrenza nel mercato del gas, le due Autorità segnalano:
-        la realizzazione entro il 2008, dei progetti di nuove infrastrutture di rigassificazione di Brindisi e Rovigo che, allo stato, appaiono i più probabili tra quelli previsti;
-        il potenziamento,da parte di ENI, dei gasdotti internazionali TAG e TTPC al fine di consentire nuove opportunità di approvvigionamento di gas russo ed algerino da parte di nuovi operatori disposti a sottoscrivere contratti di trasporto ship or pay;
-        la creazione di un operatore indipendente del sistema (ISO - Indipendent System Operator), che dovrebbe detenere e gestire le infrastrutture di trasporto e stoccaggio, pienamente separato nella proprietà da ENI;
-        lo sviluppo di un mercato centralizzato (o Borsa del gas), che per essere realmente liquido e concorrenziale dovrebbe integrarsi con gli altri mercati europei, in modo da promuovere i flussi bidirezionali di gas tra Italia ed Europa e la creazione di un polo (hub) mediterraneo del gas in competizione con quelli nordeuropei;
-        la cessione da parte dell’operatore dominante ENI di quantitativi adeguati di gas ad un prezzo prossimo al costo di approvvigionamento e senza controllo sui destinatari (gas release);
-        lo smobilizzo di quantitativi di gas stoccato che si rende disponibile oltre a quello necessario per la sicurezza;
-        il trasferimento di contratti di approvvigionamento a lungo termine esistenti, che richiede tuttavia un intervento normativo, attuabile in sede di recepimento della nuova direttiva europea 2003/55/CE;
-        adeguate misure di sostegno alla ricerca e produzione di gas nel territorio nazionale.



Roma, 19 giugno 2004