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AS170 - AS170 - SEGNALAZIONE: MISURE REGIONALI ATTUATIVE DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 114/98 IN MATERIA DI DISTRIBUZIONE COMMERCIALE


COMUNICATO STAMPA


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Segnalazione del 19 aprile 1999


COMUNICATO STAMPA

 Parere dell’Antitrust alle Regioni sulla distribuzione commerciale


        L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha trasmesso ai Presidenti delle Regioni un parere per richiamare l’attenzione sull’esigenza di evitare che i provvedimenti regionali di attuazione del decreto legislativo n. 114/98, in materia di distribuzione commerciale, introducano restrizioni della concorrenza che non appaiono strettamente giustificate da esigenze di interesse generale di tutela degli assetti urbanistici e dei consumatori. In particolare, sarebbe contrastante con i principi della concorrenza un utilizzo dei poteri delle Regioni, in attuazione del decreto n. 114/98, che si traducesse in una riproposizione di forme di pianificazione dell’offerta volte a cristallizzare gli assetti distributivi esistenti. Tale sarebbe il caso, se non fossero consentiti l’apertura, l’ampliamento o il trasferimento degli esercizi commerciali allo scopo di regolamentare la domanda e l’offerta.

Il rischio di adottare nuovamente questa prospettiva di mera protezione dell’esistente, che per definizione contrasta con il funzionamento del mercato in senso dinamico, è seriamente presente sia per quanto concerne il futuro contenuto dei provvedimenti regionali che per quanto riguarda i previsti interventi a livello comunale. L’esperienza di applicazione della vecchia normativa in materia di distribuzione commerciale ha dimostrato che non è possibile, e anzi è controproducente, cercare di arrestare artificialmente l’evoluzione dell’offerta in un settore, ritenendo la domanda adeguatamente soddisfatta dall’esistente.

 L’auspicio, dal punto di vista della concorrenza, è che gli interventi regionali, in materia di disciplina del commercio, non tendano a cristallizzare gli assetti esistenti. In questa prospettiva, anche il sostegno alle piccole imprese dovrebbe avere un’impostazione non protezionistica, bensì propositiva, che consenta alle stesse di trovare il modo di adeguarsi all’evoluzione del mercato. In tal senso, appaiono molto importanti l’abolizione delle tabelle merceologiche e le misure volte a favorire forme di aggregazione e di trasformazione delle piccole e medie imprese operanti nel settore.

In sintesi:

a) bisognerebbe evitare l’adozione, nei provvedimenti regionali, di un modello di valutazione delle domande di autorizzazione per le medie e grandi superfici rigidamente impostato in termini di regolamentazione strutturale del mercato. In particolare, andrebbe evitato il riferimento a unità territoriali predefinite come contesto rispetto al quale determinare, in modo sostanzialmente meccanico, criteri quantitativi per la valutazione delle singole domande di autorizzazione;

b) l’esame delle domande di autorizzazione relative alle medie e alle grandi superfici di vendita dovrebbe essere configurato in modo che l’ipotesi di non accettazione della domanda sia limitata ai casi in cui dal suo accoglimento deriverebbero specifici effetti pregiudizievoli per l’interesse generale. Le decisioni di diniego dell’autorizzazione dovrebbero essere dettagliatamente e sostanzialmente motivate;

c) andrebbe evitato il reinserimento, a livello regionale, di misure equivalenti alle tabelle merceologiche;

d) la possibilità per i Comuni di bloccare per due anni l’entrata di esercizi di vicinato andrebbero strettamente limitate ai casi in cui il blocco è davvero necessario per il perseguimento di esigenze di tutela degli assetti urbanistici e dei consumatori;

e) nella formulazione dei criteri per la programmazione urbanistica bisognerebbe evitare l’inserimento di norme volte al perseguimento di obiettivi di programmazione commerciale.

Roma, 22 aprile 1999