AS128 - AS128 - SEGNALAZIONE: RETE RADIOFONICA PARLAMENTARE
COMUNICATO STAMPA
Collegamenti:
Segnalazione del 9 marzo 1998
COMUNICATO STAMPA
Gli aumenti del canone Rai che servono a finanziare la rete radiofonica parlamentare
distorcono la gara per assegnare questo servizio
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inviato un parere ai Presidenti del Senato e della Camera, al Presidente del Consiglio e al Ministro delle Comunicazioni in merito al disegno di legge AS 3053, recante norme sulla remunerazione dei costi relativi alla trasmissione radiofonica dei lavori parlamentari.
Nel disegno di legge è prevista una gara fra concessionari radiofonici in ambito nazionale e l'Autorità rileva con soddisfazione come in questo modo venga recepito il principio, da essa più volte evidenziato, che l'universalità del servizio non implica l'esclusiva a favore del soggetto pubblico e che la procedura della gara è la soluzione migliore ove non sia possibile prevedere l'accesso di più operatori.
L'Autorità è però contraria che tra i principali criteri adottati per la gara vengano contemplati gli investimenti effettuati nel settore. Premesso che il ddl impone precisi requisiti tecnici di affidabilità, il criterio degli investimenti può determinare distorsioni della concorrenza a favore delle imprese maggiori.
Il disegno di legge sospende inoltre, fino al 31 dicembre 1998, l'efficacia dell'art. 14 del contratto di servizio tra la Rai e il Ministero delle Comunicazioni, che prevede l'avvio della rete parlamentare da parte della stessa Rai. L'Autorità ritiene che debba essere non sospeso ma abrogato quest'obbligo della Rai, perché nel caso la Rai risultasse vincitrice della gara, sarà la successiva convenzione con lo Stato a disporre i relativi obblighi, e nel caso di vittoria da parte di un'altra emittente si avrebbe un'inutile duplicazione del servizio finanziata dal canone di abbonamento.
L'Autorità pensa anzi che debba essere modificato l'art. 33 del contratto di servizio il quale fa dipendere l'ammontare del canone anche dagli investimenti della Rai per avviare la rete parlamentare. Non solo perché si tratta di un finanziamento finalizzato a un obbligo ormai superato per l'anno in corso - e per il futuro, in caso di vittoria nella gara, finanziato da un altro sussidio pubblico - ma perché potrebbe favorire gli investimenti della concessionaria pubblica sul mercato contiguo delle trasmissioni radiofoniche in modulazione di frequenza, falsando la concorrenza con gli altri soggetti che vi operano. A maggior ragione questo è vero se gli investimenti nel settore sono tra i criteri per vincere la gara: non vi è dubbio che sia distorsivo della concorrenza bandire una gara e allo stesso tempo sussidiare la futura partecipazione di uno dei concorrenti.
Roma, 11 marzo 1998