AS379 - AS379 - NORMATIVA SULLA DISTRIBUZIONE DI CARBURANTI
COMUNICATO STAMPA
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Segnalazione del 18 gennaio 2007
COMUNICATO STAMPA
BENZINA: ANTITRUST, VENDITA IN IPERMERCATI, ORARI LIBERI E MAGGIORE PUBBLICITA’ PER RIDURRE I PREZZI.
In segnalazione a parlamento, governo e regioni chiesta rimozione dei vincoli locali ad apertura rete distributiva
Rimuovere tutti i vincoli che bloccano l’evoluzione del mercato della distribuzione dei carburanti per aumentare la competitività del settore e ridurre il prezzo industriale, in Italia costantemente più elevato della media di 15 paesi UE. Lo chiede l’Antitrust in una segnalazione approvata nella riunione del 18 gennaio 2007 e inviata al Governo, al Parlamento e alle Regioni.
L’Autorità sottolinea che, nonostante la necessità di ristrutturare e modernizzare la rete di distribuzione dei carburanti sia da tempo enunciata quale priorità degli interventi del legislatore nel settore, i progressi ottenuti sono stati insufficienti. Dai 39.000 punti vendita del 1980 si è arrivati agli attuali 25.000, numero comunque particolarmente elevato. L’erogato medio per impianto è notevolmente inferiore alla media europea, solo una esigua percentuale di distributori è dotata di impianti self-service mentre si registra una presenza del tutto marginale degli operatori della Grande Distribuzione Organizzata (GDO).
Spazio alla GDO
Si tratta di un risultato insoddisfacente: secondo l’Autorità per ottenere un’effettiva razionalizzazione e ristrutturazione della rete, che abbia benefici effetti per i consumatori in termini di minor costo del prodotto e migliore qualità del servizio, occorre utilizzare la leva della GDO, la cui presenza è inferiore allo 0,5% sul totale dei punti vendita e all’1% in volume. In Germania, nel Regno Unito ma soprattutto in Francia, dove la percentuale delle vendite di carburante attraverso il canale della GDO supera in volume il 50% del totale, i punti vendita da essa gestiti si caratterizzano per elevati volumi di erogato e prezzi di vendita inferiori rispetto ai punti vendita delle imprese petrolifere. In Italia, una volta eliminati i vincoli normativi che frenano l’ingresso di nuovi operatori dotati di adeguate risorse e incentivi, quali quelli della GDO, si potrebbe creare quella pressione concorrenziale necessaria ad un’effettiva modernizzazione della rete, convertendo i guadagni di efficienza in una riduzione dei prezzi e in un miglioramento della qualità del servizio a beneficio dei consumatori.
Eliminare le barriere all’ingresso
L’Autorità ricorda come già nel novembre 2004 avesse trasmesso una segnalazione al Parlamento, al Governo e alle Regioni, per sottolineare come gli obiettivi di razionalizzazione e liberalizzazione del settore non fossero stati conseguiti nella misura necessaria. Da allora però non è seguita alcuna modifica della legislazione nazionale, né di quelle regionali nella direzione auspicata. Al contrario, gli ampi margini di discrezionalità riconosciuti alle Regioni sono stati utilizzati, per lo più, in modo assolutamente difforme rispetto ai suggerimenti di riforma all’epoca formulati. La legge nazionale, segnala l’Autorità, impone restrizioni quantitative all’entrata di nuovi operatori (distanze e superfici
minime obbligatorie), lasciando che siano le Regioni a determinare i criteri per l’installazione dei nuovi impianti in base a parametri quali l’erogato totale regionale, i veicoli circolanti, il numero di abitanti, il numero punti vendita esistenti, i flussi di traffico, la stagionalità della domanda per motivazioni turistiche, distanze e superfici minime.
Nel concreto, le amministrazioni regionali hanno adottato misure di pianificazione dell'offerta che hanno cristallizzato gli assetti distributivi esistenti, favorendo di fatto gli interessi degli operatori già presenti sul mercato e limitando l’entrata di operatori più efficienti.
L’Autorità sottolinea peraltro come obiettivi quali la tutela del paesaggio o la sicurezza stradale sono già tutelati da altre norme nazionali e locali. Ulteriori obiettivi, come la prossimità del servizio, potrebbero essere efficacemente perseguiti incentivando la localizzazione in zone disagiate o mal servite attraverso interventi di sussidio diretto. Ugualmente, l’obiettivo della riduzione del numero di impianti e il conseguente aumento dell’erogato medio si può conseguire più efficacemente attraverso la pressione concorrenziale generata da una maggior liberalizzazione del settore ed eventualmente, ma solo in via residuale, con strumenti alternativi quali incentivi diretti alla chiusura di impianti considerati inidonei.
Liberalizzare gli orari
Anche con riferimento alle limitazioni all’esercizio dell’attività, come l’imposizione di un orario massimo giornaliero, di un intervallo di durata variabile tra la fascia antimeridiana e quella pomeridiana, di turni di chiusura obbligatoria (ad esempio successivi all’apertura domenicale), la maggior parte delle previsioni vigenti a livello regionale risulta improntata ad un irrigidimento delle già stringenti prescrizioni fissate dalla legislazione nazionale. L’imposizione di orari massimi riduce la possibilità di scelta dei consumatori mentre garantisce agli operatori già presenti sul mercato la stabilizzazione della clientela. La GDO che intende ampliare l’offerta del proprio centro commerciale con un punto vendita di carburanti è poi costretta ad osservare discipline diverse di orari, con la paradossale situazione che quando il centro commerciale/ipermercato risulta aperto la relativa stazione di servizio è chiusa e viceversa.
Trasparenza per i consumatori
Nella segnalazione l’Autorità chiede che sia eliminata la pubblicazione quotidiana dei prezzi consigliati da ogni società petrolifera che determina condizioni di trasparenza del mercato utili solo alle società petrolifere. Per aiutare invece realmente il consumatore a scegliere occorre individuare strumenti che pubblicizzino i prezzi effettivamente praticati dai gestori nei singoli punti vendita, con una diffusione locale: ad esempio, informative su Internet, sulla cronaca locale dei quotidiani o cartelloni sulla rete autostradale o su quella ad alta percorrenza.
Roma, 18 gennaio 2007